Dichiarazione dei diritti in internet

28 luglio 2015: una data storica per l’Italia, per tutti i suoi cittadini e per tutti gli utilizzatori, potenziali e reali, di internet. Perché?

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Per la prima volta uno Stato europeo ha approvato la Carta dei diritti in internet e siamo orgogliosi di dire che è un primato tutto italiano. Siamo secondi nel mondo solo al Brasile dove, grazie all’inziativa Web We Want, è nato il primo Bill of Rights di internet in assoluto.

La nostra Carta dei Diritti verrà ufficialmente presentata il 9 nomebre 2015 a Joao Pessoa (Brasile) e sarà tenuta a battesimo da Tim Berners Lee, il papà del web.

La commissione di studio della Camera è stata istituita il 28 luglio 2014 ed esattamente un anno dopo ha dato alla luce un documento composto da 14 articoli che analizzano la Rete al cuore dei suoi aspetti più caratteristici: diritto all’accesso, diritto alla protezione dei dati personali, diritto all’oblio, diritto all’educazione.

Difficile provare a riassumere i contenuti di questa Magna Charta del digitale, i temi trattati sono tutti molto importanti, proveremo però ad analizzare alcuni degli aspetti che, come mentor e fruitori della Rete, ci stanno più a cuore.

L’articolo 2 è dedicato al Diritto di accesso.  Tutti i cittadini hanno diritto d’accesso ad Internet e, anzi, questo diritto viene definito fondamentale per la persona e fondamentale per il suo sviluppo individuale e sociale. Il diritto di accesso non è confinato solo alla possibilità di collegamento alla Rete. Tutti noi abbiamo il diritto di scegliere i dispositivi, i sistemi operativi e le applicazioni che preferiamo per accedere alla Rete. Le Istituzioni pubbliche giocano un ruolo fondamentale nel fornire l’accesso alla Rete ai propri cittadini e devono garantire gli interventi necessari a superare il divario digitale.

Cosa significa tutto questo, nelle nostre realtà quotidiane? Innanzitutto ciascuno di noi dovrebbe poter valutare con tutti gli strumenti necessari quale sistema operativo o programma scegliere per accedere alla Rete.

Pensate all’open source: un cittadino, per esempio, dovrebbe poter valutare liberamente quale sistema operativo installare sul proprio pc, per farlo dovrebbe essere consapevole di tutti gli aspetti e le differenze tra software libero e proprietario e scegliere dopo un attento ragionamento.

L’articolo 2 parla inoltre delle Istituzioni, le quali assumono un aspetto fondamentale nel mettere a disposizione dei cittadini adeguati strumenti per l’accesso alla Rete. Nei nostri incontri di Coderdojo siamo fortunati, le biblioteche pubbliche che ci ospitano mettono a disposizione dei cittadini wifi, computer con software libero e dispositivi mobili a tutti i propri utenti, ma riteniamo di essere ancora in un fortunato caso virtuoso. Quanti cittadini ancora non sanno come e dove inviare una mail oppure scaricare documenti in formato digitale? Quante Istituzioni pubbliche inviano documenti ufficiali salvati con software proprietario? Quante volte la scuola invia ai genitori comunicazioni che non sono in formato standard e quindi correttamente visibili su tutti i dispositivi?

L’articolo 3 introduce il Diritto alla conoscenza e all’aducazione in Rete. In particolare, ancora una volta, si dice che le Istituzioni pubbliche promuovono attraverso il sistema dell’istruzione e della formazione, l’educazione all’uso consapevole di Internet, ma anche che assicurano la creazione, l’uso e la diffusione della conoscenza in rete intesa come bene accessibile e fruibile da parte di ogni soggetto.

Un ruolo delicato e importante quello riconosciuto alle Isituzioni dunque. Soggetti come Coderdojo, ma anche professionisti delle tecnologie dovrebbero essere visti come alleati, abbiamo necessità di istruire i nostri ragazzi ad una cultura della condivisione, del lavoro di gruppo e del confronto paritario che solo il web ci può offrire, senza limiti di confini e di competenze, ciascuno con le proprie differenze e idee.

Pensare al mondo del software libero, alle licenze GNU, a tutti coloro che promuovono questo tipo di collaborazione, è sicuramente naturale per noi che ci confrontiamo in community di questo tipo quasi ogni giorno.

Concludiamo citando una parte della premessa:

Internet si configura come uno spazio sempre più importante per l’autorganizzazione delle persone e dei gruppi e come uno strumento essenziale per promuovere la partecipazione individuale e collettiva ai processi democratici e l’eguaglianza sostanziale.
Insomma l’era della consapevolezza è cominciata, dobbiamo solo mantenere la rotta!

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